Mondiali di nuoto, medaglia d’oro alla partitocrazia

27 07 2009

Se il medagliere non risulta particolarmente ricco, di certo l’Italia si è distinta per gli scandali che hanno accompagnato i mondiali di nuoto di Roma. L’evento, che avrebbe dovuto portare prestigio e turismo a Roma, si è rivelato un vero e proprio flop. Dai progetti faraonici di nuovi impianti, si è dovuto presto ripiegare all’angusto Foro Italico. Scandalizzano i 400 (ma c’è chi parla di 600) milioni di euro buttati al vento per cinque maxi impianti dove la parte del leone era fatta dal nuovo Palazzo dello Sport progettato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava che avrebbe dovuto essere completato in due fasi: entro i Mondiali la parte del nuoto, l’anno dopo l’impianto della pallavolo.

Niente di tutto ciò.

Nel frattempo, si viene a scoprire che i finanziamenti hanno favorito la nascita di decine di piscine private contando anche su molte deroghe edilizie ed urbanistiche. Proprio questo fermento edilizio ha portato la magistratura a volerci vedere chiaro: molti di questi impianti, attualmente sotto sequestro, sono beneficiari di deroghe edificatorie, nonostante fossero localizzati in aree vincolate. In buona sostanza, sono stati autorizzati interventi in aree inammissibili e l’ipotesi è quella dell’illecito amministrativo. Se a tutto questo si aggiunge che 400 milioni di euro sono stati letteralmente gettati al vento per opere ormai inutili, si capisce bene come ci siano tutti gli ingredienti per una tangentopoli bis, a livello capitolino, ma non solo.

Di questa vicenda, ciò che veramente colpisce è il clima surreale, il silenzio che ha contraddistinto i media, soprattutto, le televisioni di Stato che hanno taciuto la notizia. Quando ne hanno dovuto parlare a seguito dei sequestri hanno relegato le notizie in frettolose cronache locali. Questo è un problema di ordine eminentemente politico. La partitocrazia, che tutto muove e controlla, media compresi, è la nemica principale di qualsiasi possibilità di verità e di informazione. Un sistema consociativo, che si fonda sul continuo scambio dei ruoli tra maggioranza e opposizione e rende conseguentemente impossibile l’emergere di alcunché.

Alcuni esempi chiariranno i motivi dell’omertà della politica.

Il primo gigantesco scandalo dei mondiali di nuoto di Roma sta nella definizione delle opere, la cui responsabilità ricade interamente sulla precedente giunta Veltroni, che decise di realizzare il palazzo del nuoto affidato a Santiago Calatrava, che per dimensioni e costi non sarebbe mai stato completato in tempo utile per i giorni delle gare. Anche senza la (colpevole) cancellazione da parte del nuovo sindaco Alemanno, il faraonico impianto non sarebbe stato pronto e si era già deciso di ripiegare su un suo ruolo secondario rispetto al Foro Italico. Soldi buttati in partenza quindi.

Il secondo scandalo è quello di aver dato uno spazio inaudito alle strutture sportive private: impianti privati che hanno beneficiato di deroghe spesso inspiegabili e contrastanti con lo stesso Piano Regolatore.

Con queste premesse è del tutto evidente che l’attuale opposizione avendo combinato il pasticcio non ha alcun interesse a denunciare lo scandalo: denuncerebbe se stessa! D’altro canto l’attuale maggiornaza di centrodestra poco può puntare il dito, visto che siamo arrivati a questo punto anche grazie all’immobilismo della Giunta Alemanno, che, anzi, qualche giorno fa, per tentare di cancellare le forzature compiute dagli impianti privati, fa votare al Consiglio comunale un ordine del giorno che arriva ad affermare: «Impegna il Sindaco e la Giunta a superare le problematiche che possono condizionare il potere del Commissario delegato (…) prestando, nel rispetto della legge e delle ordinanze del Presidente del Consiglio, l’intesa necessaria a realizzare interventi in deroga alle vigenti previsioni urbanistiche e al vigente regolamento edilizio». Ciò significa che «attraverso le intese» si cercherà di sanare a posteriori opere private eseguite in modo non conforme alla legge.

È la ferrea gabbia partitocratica che impedisce l’emergere del letamaio e mette a rischio lo stesso funzionamento dello Stato e l’eguaglianza dei cittadini; di fatto chi fa il furbo, magari con soldi e appoggi pubblici, viene sempre “sanato” dalle sue responsabilità, perché tutto continui come sempre e come prima.


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